Per Axel Steinman, VP International Bing Ad Sales Microsoft i trend principali del digital advertising si possono riassumere in ricerche vocali – nel 2020 saranno il 50% del totale ricerche online -, Artificial Intelligence e personal assistant.
“È un momento interessante, c’è una grande rivoluzione in corso, i consumatori abbracciano il digital, ma ci vogliono contenuti e tutto è frammentato”, dice Steinman sottolineando due punti cruciali per il futuro del digital adv. Che, per carità, cresce in valore, ma se la deve vedere con i grandi OTT che ne drenano 2/3.
Come si collabora o si compete con loro? Per Carlo Meglio, Chief Digital Officer ItaliaOnline e CEO Moqu Adv, “come publisher non se ne può prescindere”, e in un mondo sempre più data driven “i dati guidano la linea editoriale dei grandi publisher”. Ma la più grande opportunità per Meglio è rappresentata dalle PMI, oltre 3,6 milioni di aziende che fanno il 67% del PIL nazionale e che ItaliaOnline vuole portare sulle mappe, da Google a Fecebook, da Instagram a Bing, affinché abbiano più visibilità sul mobile
Per gestire il cambiamento, però, ci vogliono competenze e secondo Roberto Binaghi, CEO MindShare, non siamo ancora pronti. “La nostra industry è cresciuta come una setta, per proselitismo, poca gente molto preparata, e tanta gente che magari ha posizioni di grande responsabilità ma è pochissimo informata”.
Lanciare un ponte tra questi due mondi non è impossibile, ma neppure facile difficile, aggiunge. Quanto ai trend dell’adv digitale, Binaghi vede la continua erosione dei formati display tradizionali a favore di video e native, “che in Italia è ancora un altro modo di impaginare la pubblicità”, oltre che del mobile, il che significa anche “passare dai cookie ID ai people ID”.
A proposito di competenze, Davide Mondo, AD Mediamond, sostiene che inseguendo “i KPI messi a disposizione dalla tecnologia si perde di vista l’obiettivo” e che forse sia il caso per il digitale recuperare “fondamentali della TV” per cercare di unire i due mondi. Insomma, meno micro-target e più reach, concentrandosi soprattutto sulla viewability.