“Urbano Cairo, ha fatto benissimo a provarci e Banca Intesa fa benissimo a sostenerlo perché è il suo mestiere. Secondo me hanno fatto altrettanto bene quelli che hanno reputato il prezzo basso e hanno fatto un’offerta molto più alta, se poi domani Urbano rifà un rilancio, fa altrettanto bene. Questo è il mercato: è la prima volta che vediamo intorno alla Rizzoli un’operazione di mercato.” Cosi’ è intervenuto stamattina dal palco dell’ottava edizione del Luxury Summit del Sole 24 Ore Diego Della Valle, presidente di Tod’s e azionista di Rcs, a proposito di Rcs, la società oggetto di due offerte, una di Cairo Communications e l’altra di una cordata della quale fa parte anche l’imprenditore.
Della Valle ha aggiunto: “Rcs è un’azienda che deve andar bene, deve funzionare. Nel suo passato ha avuto, me compreso, una serie di azionisti che in alcuni casi hanno messo molto denaro tipo me, in altri casi non hanno messo una lira ma avevano un potere per il ruolo che ricoprivano importante e che sono quelli che questa azienda se la sono gestita più o meno come hanno voluto. Nel board di RCS c’era un sistema conclamato, per cui certe cose si decidevano fuori da quelle stanze. La mia convinzione, quando ho investito in RCS, era l’ambizione di un’azienda marchigiana di mettersi a sedere nel tavolo dell’establishment italiano, ma pensavo anche che lì si potesse fare qualcosa che civilmente potesse dare una mano al cambiamento del Paese, senza necessariamente fare politica. Di positivo posso solo dire che una serie di personaggi che comandavano l’Italia li abbiamo rimandati a casa e ce li abbiamo mandati noi, altrimenti non l’avrebbe fatto nessuno. È un bene per il Paese”.
Parlando dell’Opa che lo vede schierato con Andrea Bonomi, Della Valle intervistato da Paola Bottelli durante la prima giornata del Luxury Summit organizzato a Milano dal Sole 24 Ore, ha dichiarato: “Adesso il mercato deve dare delle risposte. La nostra (offerta, ndr) ha un valore. Nella nostra, con sacrificio e anche con poca voglia, abbiamo rimesso un sacco di soldi nell’azienda che serviranno appunto per lo sviluppo di questa azienda. Non si può fare diversamente. Avevo detto più di un anno e mezzo fa che non avrei più rimesso una lira in Rizzoli perché lo consideravo allora denaro perso, credo oggi che ci sia la possibilità di vedere cosa succede. Quindi non è ‘buoni contro cattivi’, ‘grandi contro piccoli’, è proprio un’operazione di mercato pura. E adesso vediamo cosa risponde il mercato” .