Nel corso di un seminario a Milano, l’istituto di ricerche ha presentato le principali tendenze che stanno modificando la ricerca qualitativa, dalla tecnologia alla condivisione di esperienze, dalle emozioni dei consumatori alle web community
Utilizzare sempre meno parole, perché troppo spesso filtrano e rielaborano le vere emozioni, e tool in grado di registrare, come un elettrocardiogramma, ciò che davvero il corpo e la mente delle persone esprimono, in particolare durante gli atti d’acquisto: queste le due tendenze forti che stanno trasformando la ricerca qualitativa secondo GfK che ha dedicato al tema un seminario. Nel corso delle tre sessioni si sono alternati interventi dedicati alle esperienze e a come la ricerca stia innovando per restituirne il senso in modo concreto; agli strumenti che permettono di innovare prodotti, processi, distribuzione e comunicazione, a cominciare dal ‘marketing of things’; al digitale e in particolare ai metodi della piattaforma GfK Sociolog.
Marketing of Things
Automotive e domotica, per esempio, sono i settori più coinvolti nel marketing of things: nel 2016 nelle smart city saranno attivi 1,6 milioni di oggetti connessi, dal commercio al trasporto alle utility. Ciò modifica anche il modo di fare acquisti, sempre che il retail sia in grado di definire un’offerta su misura delle preferenze del singolo, tanto online quanto offline. Per questo, secondo GfK sono necessari nuovi “attrezzi” di osservazione ed esplorazione, “senza filtri, per prevedere e monitorare i nuovi comportamenti delle persone”, come ha sottolineato Giuseppe Minoia. Per testare ‘in vivo’ i prodotti GfK ha messo a punto GfK Home, uno spazio per interazioni informali e tecniche di laboratorio, dove si può cucinare e testare dal vivo i prodotti. L’istituto di ricerche sta anche riattualizzando l’esperienza dei gruppi attingendo ai giochi di ruolo e utilizzando ricerca motivazionale ed etnografica per raccogliere insight più precisi.