Le prime dieci emittenti radio quasi tutte in calo, anche a causa dall’adeguamento Istat della popolazione
Di poco, ma gli ascolti nel giorno medio delle prime dieci emittenti radio italiane sono quasi tutti in calo, secondo le rilevazioni di RadioMonitor (60.000 interviste condotte con metodo CATI tra gennaio e giugno) relative al primo semestre 2014 in confronto allo stesso periodo dell’anno precedente. La flessione è anche determinata dall’adeguamento Istat della popolazione.
La top ten non riserva sorprese confermando nelle prime posizioni le stesse emittenti. Soddisfatto della leadership Lorenzo Suraci, presidente di RTL 102.5: “abbiamo scelto di investire ed essere concentrati esclusivamente su un unico prodotto ed un unico marchio, lo abbiamo migliorato e distribuito in modo realmente crossover su tutte le piattaforme disponibili, con un’offerta e un servizio il più completo possibile”.
Eduardo Montefusco, presidente di RDS, si aspettava i numeri rilevati da RadioMonitor, valutando però che possano crescere nella seconda metà dell’anno “quando si manifesteranno i benefici delle iniziative cross-mediali ideate da RDS. La radio continua nel suo percorso di risposta ai bisogni di evasione dei propri ascoltatori offrendo loro opportunità di condivisione di emozioni sia nell’ascolto, con una programmazione efficace e studiata, che nel coinvolgimento diretto fino a farli partecipare a grandi eventi”.
Positivo, per l’editore Mario Volanti, anche il dato di Radio Italia: “la lieve flessione che emerge (-41mila ascoltatori rispetto allo scorso anno) è determinata dall’adeguamento Istat della popolazione, di conseguenza, a parità di universo, il nostro dato sarebbe in lieve crescita. Per contro, il consistente calo di alcuni nostri competitors, ci porta a essere molto più ravvicinati rispetto all’anno scorso”.
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