
Già adottata su base volontaria da alcuni marchi, è entrato in vigore in Francia l’obbligo di etichettatura con l’impatto ambientale dei capi di abbigliamento.
L’etichetta si presenta sotto forma di punteggio: più è alto, maggiore è il costo per l’ambiente, calcolato in base al consumo di acqua, emissioni di gas serra, tossicità, opzioni di riciclaggio o riparazione, volume di fibre di microplastica rilasciate durante il lavaggio e a un coefficiente ‘fast fashion’ che tiene conto anche dei volumi di produzione.
L’etichettatura ambientale ha un costo: Le Slip Français, secondo quanto riporta CB News, stima di dover investire 100mila euro per classificare 1.000 dei suoi prodotti con il nuovo ‘eco-score’ e si rammarica che il governo non abbia stanziato alcun aiuto per supportare i marchi.
Per il Ministero della transizione ecologica, l’iniziativa consente ai consumatori di effettuare acquisti più consapevoli e sostenibili e “promuoverà produttori e marchi che producono in modo più responsabile, ripensano il loro approvvigionamento e la catena del valore”.
Ogni marchio dovrà dichiarare le proprie informazioni e i propri dati su un portale dedicato. Intanto, nella stessa data dell’entrata in vigore dell’etichettatura, Shein ha annunciato che aprirà proprio in Francia, a partire da novembre, sei negozi permanenti nella forma di shop-in-shop grazie a una partnership con Société des Grands Magasins (Sgm).