La transazione dovrebbe concludersi nella seconda metà del 2025, dopo le approvazioni normative e degli azionisti. La nuova entità si chiamerà Omnicom e diventerà il primo gruppo nel settore
È ufficiale. Dopo la notizia lanciata dal WSJ, Omnicom e Interpublic hanno ufficializzato la trattativa che porterà Omnicom, terzo gruppo della comunicazione, ad acquisire Interpublic, il quarto. Nella conference call di questo pomeriggio sono stati offerti maggiori dettagli sull’operazione che porterà alla creazione di un gruppo con una capitalizzazione di oltre 30 miliardi di dollari, il più grande del mondo.
La nuova società continuerà a chiamarsi Omnicom, sarà guidata da JohnWren che rimarrà Chairman & Ceo di Omnicom, Phil Angelastro che resterà Evp & Cfo di Omnicom mentre Philippe Krakowsky e Daryl Simm saranno Co-Presidents & Coo della società ed entreranno nel suo board of directors.
La transazione dovrebbe concludersi nella seconda metà del 2025, subordinatamente alle approvazioni degli azionisti di Omnicom e Interpublic, alle approvazioni normative richieste e ad altre condizioni consuete. A seguito della chiusura della transazione, gli azionisti di Omnicom deterranno il 60,6% della società combinata e gli azionisti di Interpublic il 39,4%.
I numeri. Secondo i dati del 2023, le due holding generano ricavi combinati per 25,6 miliardi di dollari, suddivisi per il 57% negli Usa e per il 43% nei mercati internazionali, un adjusted Ebitda di 3,9 miliardi, 65 miliardi di media billing globale, oltre tre miliardi di flusso di cassa libero che verrebbe utilizzato, come fa solitamente Omnicom, per distribuire dividendi, finanziare acquisizioni e il riacquisto di azioni proprie.
Nei 9 mesi chiusi a settembre i ricavi combinati delle due holding sono stati pari a 19,2 miliardi di dollari. Giusto per fare un confronto, Wpp – attuale prima holding del settore – ha registrato nei primi 9 mesi del 2024 ricavi netti per 10,7 miliardi di sterline con crescita organica piatta e Publicis Groupe – il secondo che punta alla leadership – ha archiviato ricavi per 10.1 miliardi di euro e una crescita organica del +5,6%.
La fusione genererà sinergie – leggi risparmi – per 750 milioni di dollari all’anno, conseguiti principalmente nell’arco dei primi 24 mesi: tre gli ambiti principali, ottimizzazione dell’organizzazione, costi dei servizi e costi generali e amministrativi.
La nota di Omnicom e Interpublic parla di elementi propiziatori alla fusione come un’alta complementarità nel portafoglio di servizi e prodotti, che espanderebbe le opportunità dei clienti; di cultura e valori condivisi e complementari, tra cui la convinzione nel potere delle idee abilitate dalla tecnologia e dai dati; della creazione di soluzioni di identità leader del settore per una comprensione più completa dei comportamenti e delle transazioni dei consumatori; di un avanzamento della capacità di innovare e sviluppare nuovi prodotti e servizi.
La nuova Omnicom avrà oltre 100.000 dipendenti e continuerà a fornire servizi end-to-end in ambito media, precision marketing, CRM, dati, commercio digitale, pubblicità, comunicazione healthcare, pubbliche relazioni e branding.
Tra le sigle principali di Omnicom ci sono Ddb, Bbdo, Tbwa, Omnicom Media Group, alle quali si aggiungono quelle all’interno di Advertising Collective come Goodby Silverstein & Partners, GSD&M, Merkley & Partners e Zimmerman, Flywheel che opera nell’ambito del commercio digitale, e quelle incluse in DAS Group of Companies che aggrega sigle fornitrici di servizi di marketing e consulenza. Tra le principali di Interpublic McCann, Fcb, MullenLowe, Mediabrands con Initiative e UM, Axiom per quanto riguarda dati e analytics, Kinesso per le tecnologie, Futurebrand per il branding, Golin e Weber Shandwick per le PR, Momentum per il marketing esperienziale.