Per la Corte dei Conti europea le etichette alimentari sono una giungla in cui i consumatori si perdono

Spesso i consumatori si trovano di fronte a etichette che possono generare confusione, essere fuorvianti o non sempre comprensibili. Le nuove pratiche aumentano la complessità del sistema

Centinaia di slogan e indicazioni sulle etichette alimentari sono stati esaminati dalla Corte dei Conti europea con un audit per verificare se l’etichettatura aiuti i consumatori a prendere decisioni consapevoli nel momento dell’acquisto. Risultato: una giungla in cui le persone si perdono a causa di “notevoli lacune nel quadro giuridico dell’UE e debolezze nel monitoraggio, nella rendicontazione, nei sistemi di controllo e nelle sanzioni”. La Corte sostiene che, complessivamente, l’etichettatura degli alimenti nell’UE può aiutare i consumatori a prendere decisioni più consapevoli al momento dell’acquisto, ma i consumatori si trovano di fronte a etichette che possono generare confusione, essere fuorvianti o non sempre comprensibili.

Informazioni essenziali. Il quadro giuridico dell’Unione Europea stabilisce quali siano le informazioni essenziali che devono figurare sulle etichette degli alimenti, ma 7 degli 11 aggiornamenti previsti non sono stati completati e ciò limita la capacità dei consumatori di compiere scelte consapevoli e causa disparità nell’accesso ad alcune informazioni relative agli alimenti nei diversi paesi dell’UE.

Nuove pratiche. La Relazione speciale della Corte dei Conti riporta che le nuove pratiche in materia di etichettatura adottate dalle imprese del settore alimentare aumentano la complessità del sistema e possono generare confusione o risultare fuorvianti per i consumatori. Tra gli altri rilievi, la mancanza di armonizzazione e di un monitoraggio sistematico delle esigenze dei consumatori e la sporadicità delle campagne di sensibilizzazione.

Coesistenza e confusione. Un’altra critica contenuta nel rapporto riguarda la coesistenza in Europa di indicazioni nutrizionali che producono l’effetto opposto a quello voluto, ovvero seminare confusione invece di informare e guidare. Si tratta del Nutri-score adottato in Germania, Paesi Bassi, Francia, Belgio e Lussemburgo; del Keyhole di Danimarca, Lituania e Svezia; del NutrInform Battery in Italia e il logo positivo del cuore usato in Finlandia. In alcuni paesi, come in Belgio, le autorità di controllo competenti sono due. Infine, la Corte rileva l’assenza di regole europee riguardanti le etichette vegetariane e vegane, non definite dalla legislazione e talvolta oggetto di controversie nazionali.

Contraddizioni. Il rapporto deplora inoltre il fatto che le regole europee, o meglio le lacune nelle regole, consentano di lodare le virtù di un prodotto con etichette che ne evidenziano l’alto contenuto di fibre o vitamine, ma omettono di aggiungere che contiene anche alti livelli di zuccheri o di grassi. Per quanto riguarda le violazioni, le sanzioni pecuniarie non sono sempre dissuasive, efficaci o proporzionate.

Colmare le lacune. Per questi motivi, la Corte raccomanda alla Commissione Europea di colmare le lacune nel quadro giuridico in materia di etichettatura; impegnarsi maggiormente per analizzare le pratiche in materia di etichettatura; monitorare le aspettative dei consumatori e intraprendere azioni per aiutarli a capire meglio le etichette degli alimenti; rafforzare i controlli degli Stati membri sulle etichette volontarie e sul commercio al dettaglio online; migliorare la rendicontazione relativa all’etichettatura degli alimenti.

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Per la Corte dei Conti europea le etichette alimentari sono una giungla in cui i consumatori si perdono ultima modifica: 2024-12-02T11:33:41+01:00 da Redazione

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