Riprendendo lo stile della campagna ‘Toxic Influence’ di Dove, che con la sua ‘Real Beauty’ da 20 anni è posizionato tra i brand leader della comunicazione positiva e attenta alle persone, Greenpeace fa le pulci a Unilever per l’inquinamento da plastica generato dai packaging dei suoi prodotti. Miliardi di flaconi e incarti in plastica che finiscono nelle discariche e nelle acque di mezzo mondo, di cui la multinazionale deve rendere conto.
Il film ‘Toxic Influence: The Dark Side of Dove’ è stato diretto dalla regista Alice Russell ( If The Streets Were On Fire ): il video inizia con la dinamica madre-figlia dello spot originariamente creato da Ogilvy, ma poi prende una piega diversa, mostrando immagini che documentano l’impatto dei miliardi di pack dei prodotti di largo consumo sull’ambiente. Hanno collaborato alla produzione la producer Anna Wells e Sarah Cunningham come direttrice della fotografia.
La diffusione del film è stata anticipata da una manifestazione a Londra durante la quale gli attivisti di Greenpeace hanno bloccato l’ingresso della sede centrale di Unilever con un enorme striscione con il messaggio “La vera bellezza non è così tossica” e riproduzioni giganti di confezioni di plastica, invitando l’azienda a porre rimedio e trovare alternative ai materiali inquinanti e alle confezioni usa e getta.
Un report di Greenpeace International pubblicato alla fine dell’anno scorso spiegava che la parent company di Dove, Unilever, vende l’equivalente di 1.700 bustine di plastica inquinanti al secondo. Nel 2022 si stima che il solo brand Dove abbia prodotto 6,4 miliardi di confezioni, pari a oltre il 10% delle vendite totali di Unilever. Un’indagine sul campo condotta da Greenpeace South East Asia e Greenpeace UK ha rivelato immagini di rifiuti, incluse bustine Dove, che inquinano spiagge e corsi d’acqua nelle Filippine e in Indonesia, in compagnia del resto di altri brand di cura della persona e ciabatte Havaianas, come si evince dalle immagini.