Piersilvio Berlusconi, a.d. di Mfe: «Il 2024 potrebbe essere un anno ottimo nella raccolta adv. Anni fa davano in declino la nostra tv. Ora tutti, anche i gruppi stranieri, vogliono fare la generalista»
Un mese fa, durante l’incontro organizzato a Cologno, tra i vertici Mediaset si respirava ottimismo per quanto riguardava i risultati (vedi articolo). Ieri sera, durante il tradizionale appuntamento della presentazione dei palinsesti, l’atmosfera era di estrema soddisfazione.
Un clima più che giustificato dai dati aggiornati presentati ieri: «A giugno avevamo anticipato la chiusura dei ricavi di MediaForEurope (comprendente la raccolta in Italia e Spagna) a +6%. Oggi annunciamo una crescita del 6,7% rispetto all’omologo periodo del 2023». Previsto in crescita anche il risultato operativo (Ebit) consolidato di Mfe con un +11% nei primi sei mesi.
Ancora migliori i risultati per l’Italia: a giugno Publitalia ha registrato una raccolta in crescita del 14% «mentre a luglio – ha aggiunto Berlusconi – ci si attende una crescita analoga se non migliore».
In crescita anche gli utili in Italia, con una stima del +30% nel primo semestre sul risultato netto. Numeri straordinari che hanno portato Piersilvio Berlusconi a parlare di un buonissimo anno che potrebbe diventare ‘‘ottimo’’ anche se ha ammesso che sarà molto difficile tenere questi ritmi per il resto dell’anno.
«La nostra forza – ha detto l’a.d. di Mfe – è l’aver costruito un qualcosa di veramente unico. Il sistema crossmediale che comprende tv lineare e non, web, radio ed esterna, ha una presa e una forza che quando il mercato gira fa veramente la differenza in positivo. Se ne sono accorti i clienti pubblicitari quando devono pianificare delle campagne. Dietro questi risultati dunque c’è molta progettualità e strategia».
Piersilvio Berlusconi ha poi orgogliosamente ricordato come tutto il sistema ruoti attorno alla loro tv. «In molti, anni fa, ci davano come gruppo e media in declino. Oggi vediamo che anche i gruppi internazionali importanti vengono nel nostro Paese e investendo sulla tv generalista. E lo stesso fanno anche in altri Paesi stranieri».
Per contro l’avanzata di importanti network o degli stessi Ott, che sembrava inarrestabile, desta meno preoccupazioni a Cologno. Il pericolo – semmai, anche se non apertamente sottolineato – riguarda Amazon, che si è dotato di una vera concessionaria con circa 80 professionisti.
«Ma loro – è intervenuto Stefano Sala, a.d. di Publitalia – raccolgono tanta pubblicità con i dati e con l’ecommerce, non con la tv e gli spot. Abbiamo visto che con Netflix non è stato un grande successo. Gli abbonati storici hanno scelto di rinnovare senza break. Amazon ha invece puntato su un’opzione più furba perché ha chiesto ai clienti se preferivano avere un identico servizio con la pubblicità oppure vedere aumentato il costo di abbonamento».