La contrapposizione tra etica sostenibile ed estetica dei consumi è definitivamente archiviata, come dimostrano i tanti casi di rigenerazione nei settori più svariati. E che offrono un’indicazione dal futuro garantito per le scelte professionali dei nostri figli e nipoti
di Francesco Morace, Presidente di Future Concept Lab
Siamo in presenza di un deciso cambio di passo nella cultura della sostenibilità, che esige una presa di coscienza in grado di superare la semplice misurazione dell’impatto. Nella modernità gassosa in cui tutto appare volatile, emerge infatti una richiesta aggiuntiva di tangibilità e ricarica conoscitiva. Nel mondo delle istituzioni possiamo parlare di rewilding o “rinaturalizzazione” del pianeta: nel febbraio 2024 l’Europarlamento ha approvato un disegno di Legge sul ripristino della natura con l’obiettivo di rinaturalizzare almeno il 20% del territorio europeo entro il 2030. (Il voto per l’approvazione è stato però procrastinato per il mancato sostegno di alcuni paesi, tra cui Italia, Ungheria e Olanda, ndr).
La rinaturalizzazione può essere alimentata da una maggiore conoscenza del mondo naturale e delle sue dinamiche più misteriose, oppure da progetti e sperimentazioni che arrivano direttamente dal mondo aziendale. In questa dimensione diventa essenziale generare nuovi stimoli e occasioni per gratificare un presente sostenibile. La contrapposizione tra etica sostenibile ed estetica dei consumi è definitivamente archiviata, come dimostrano i tanti casi di rigenerazione nei settori più svariati.
Ricarica positiva. Nella dimensione della ricarica endogena, che arriva dal mondo naturale, emblematico è il caso di Karen Bakker, la studiosa ambientale canadese che capta i suoni delle altre specie viventi e pone al centro della sua attività le implicazioni etiche di una comunicazione inter-specie sempre più avanzata. È così che l’obiettivo di attrezzarsi per “ricaricare positivamente” il nostro ambiente di vita diventa più raggiungibile. Il suo libro ‘The Sounds of Life: How Digital Technology is Bringing Us Closer to the Worlds of Animals and Plants’ sta avendo un grande riscontro internazionale proprio per questo motivo.
L’intelligenza delle piante. Sulla stessa falsariga dobbiamo ricordare il lavoro, profondo e articolato, condotto in Italia da Stefano Mancuso il quale ha letteralmente inventato una nuova disciplina: la neurobiologia vegetale, che individua e divulga l’intelligenza delle piante. Con il suo impegno universitario, i suoi libri e i suoi interventi nelle trasmissioni televisive, Stefano Mancuso ha saputo proporre una visione originale di rinaturalizzazione che rilancia l’osservazione e l’ascolto del mondo naturale rigenerando una lunga tradizione che in Italia risale a Leonardo Da Vinci, come ci racconta Fritjof Capra nei suoi lavori che riguardano la scienza della vita.
Ascoltare la natura. Leonardo, con la sua straordinaria capacità di osservazione, anticipò di alcuni secoli le leggi della botanica dimostrandosi capace di leggere l’età degli alberi attraverso i famosi anelli concentrici del tronco, o di intuire le regole della disposizione delle foglie su un ramo, legata all’ottimizzazione della luce solare. Osservare, ascoltare, sperimentare, verificare.
Un esempio di applicazione emblematico: grazie alla bioacustica e a strumenti tecnologici sempre più raffinati, gli scienziati possono ascoltare il suono della natura che ci aiuta a capire e analizzare la salute di altre specie: un ‘ascolto’ non solo nelle intenzioni ma anche nelle pratiche, facendo incontrare l’ascolto digitale con l’ascolto ‘profondo’ dell’ambiente.
L’antropologo canadese Eduardo Kohn completa il quadro dimostrando quanto la natura sia riflessiva come racconta nel suo libro ‘Come pensano le foreste’, proponendo una vera rinaturalizzazione delle idee. La dimensione che emerge riguarda un vero e proprio movimento “adattivo” che plasma l’attivismo nella direzione dell’educazione e della “coscienza energetica” ma anche del coinvolgimento e conoscenza della materia naturale e della scienza della vita. Una indicazione garantita per le scelte professionali dei nostri figli.