Nella maggior parte dei casi, le soluzioni adottate dalle piattaforme non sono in grado di soddisfare i requisiti per un consenso valido se mettono gli utenti davanti a una scelta tra il consenso al trattamento dei dati personali per scopi pubblicitari e il pagamento di un corrispettivo
L’European Data Protection Board ha adottato un parere sui modelli ‘consent or pay’ adottati dalle grandi piattaforme online.
Il parere risponde a una richiesta avanzata dalle autorità di protezione dei dati di Paesi Bassi, Norvegia e Amburgo sulla validità del consenso ai trattamenti dei dati personali ai fini della pubblicità comportamentale.
Secondo l’EDPB tali modelli dovrebbero offrire una scelta reale agli utenti e che quelli attuati dalle grandi piattaforme online, nella maggior parte dei casi, non sono in grado di soddisfare i requisiti per un consenso valido se mettono gli utenti davanti a una scelta tra il consenso al trattamento dei dati personali per scopi pubblicitari e il pagamento di un corrispettivo.
“Le piattaforme online dovrebbero offrire agli utenti una scelta reale quando utilizzano modelli ‘consent or pay’. I modelli che abbiamo oggi di solito richiedono alle persone di dare via tutti i loro dati o di pagare. Di conseguenza, la maggior parte degli utenti acconsente al trattamento al fine di utilizzare un servizio e non comprende tutte le implicazioni delle loro scelte”, ha dichiarato Anu Talus, presidente dell’EDPB.
Offerta alternativa
L’EDPB ritiene che offrire solo un’alternativa a pagamento ai servizi che comportano il trattamento di dati personali a fini di pubblicità comportamentale non dovrebbe costituire la soluzione predefinita per i titolari del trattamento.
Nello sviluppo di alternative, le piattaforme online di grandi dimensioni dovrebbero prendere in considerazione la possibilità di fornire alle persone un'”alternativa equivalente” che non comporti il pagamento e che questa “dovrebbe essere priva di pubblicità comportamentale, per esempio con una forma di pubblicità che comporta il trattamento di dati personali inferiori o nulli”. Per l’EDPB si tratta di un fattore particolarmente importante nella valutazione del consenso valido ai sensi del GDPR.
L’EDPB sottolinea che l’ottenimento del consenso non permette al titolare del trattamento di aderire a tutti i principi di cui all’articolo 5 del GDPR, quali la limitazione delle finalità, la minimizzazione dei dati e l’equità. Inoltre, le piattaforme online di grandi dimensioni dovrebbero considerare anche il rispetto dei principi di necessità e proporzionalità e sono responsabili di dimostrare che il loro trattamento è generalmente in linea con il GDPR.
Le piattaforme online di grandi dimensioni dovrebbero inoltre valutare se la decisione di non dare il consenso possa portare l’individuo a subire conseguenze negative, quali l’esclusione da un servizio di primo piano, la mancanza di accesso alle reti professionali o il rischio di perdere contenuti o connessioni.
La posizione di IAB Europe
Il mese scorso IAB Europe, Alliance Digitale, IAB Italia e IAB Spagna hanno inviato una lettera congiunta all’EDPB riguardo all’intento dell’organismo di intervenire sui modelli ‘consent or pay’ chiedendo che “la posizione dell’EDPB si basi sulla giurisprudenza e sulle linee guida esistenti nell’Unione Europea e nello Spazio Economico Europeo e che vi sia un’adeguata cooperazione con le autorità preposte alla concorrenza e alla tutela dei consumatori quando si considera il concetto di prezzo ‘ragionevole’ o ‘appropriato'”.
La lettera sottolinea che “la stragrande maggioranza degli europei vuole decidere per quali servizi online pagare, da un lato, e per quali, dall’altro, non deve pagare perché finanziati dalla pubblicità”, confutando l’affermazione secondo cui il modello ‘consent or pay’ equivale a “pagare” per i diritti di protezione dei dati, dato che il GDPR deve essere rispettato in ogni momento, anche dopo che il consenso è stato dato.