Ascolti in calo rispetto al 2023 ma sempre alti: il dato medio in percentuale rappresenta il terzo miglior risultato dal 1995. La direttrice marketing Roberta Lucca sottolinea il dato dell’ascolto non riconosciuto (quello degli ott), che è in flessione del 33%
La seconda serata del Festival di Sanremo 2024 – in onda dalle 21.17 all’1.33 su Rai 1 – è stata vista da 10 milioni 361 mila spettatori, con uno share del 60.1%.
Gli ascolti sono in leggero calo rispetto al 2023 (10 milioni 545mila telespettatori pari al 62.3% di share) ma il dato medio in percentuale rappresenta comunque il terzo miglior risultato dal 1995, quando il festival condotto da Pippo Baudo con Anna Falchi e Claudia Koll raccolse il 65.42%.
La prima parte, dalle 21.17 alle 23.29, è stata vista da 13 milioni 434 mila spettatori, con uno share del 57,6%. La seconda parte, dalle 23.32 all’1.33 è stata vista da 6 milioni 899 mila spettatori, con uno share del 66,2%.
Il picco di ascolti è stato registrato alle 21.27 con 15 milioni 236 mila spettatori. Picco di share alle 24.27 con il 70,1%.
Considerando anche i device ‘small screen’ (290 mila utenti connessi), la total audience della seconda giornata è stata di oltre 10,7 milioni di telespettatori.
«E’ un risultato in linea con quello della seconda serata 2023, che era di 10,8 milioni – ha detto Roberta Lucca, direttrice marketing Rai -. C’è però un ulteriore dato che va aggiunto ed è la fruizione Vod pari a 287mila utenti, che porta l’audience complessiva a circa 11 milioni. E’ un dato che lo scorso anno non c’era perché Auditel non lo rilevava».
Per quanto riguarda il profilo del pubblico, sulla tv lineare uno spettatore su quattro è under 34, su ‘small screen’ è uno sue due.
«C’è poi un altro dato che vogliamo sottolineare – ha detto Lucca – ed è la riduzione del 33% dell’ascolto non riconosciuto, cioè quella quota di ascolto tv che comprende la fruizione degli ott. Durante le giornate del Festival si è ridotta drasticamente, ciò significa che questo Festival attrae un’importante quota di pubblico che solitamente segue le piattaforme a pagamento».
Luca Orma