Appena una settimana dopo l’audizione al Senato Usa il 31 gennaio, con le pesanti accuse di abusi e molestie da parte del comitato d’indagine, e la copertina di The Economist che dà per morti i social, Snapchat ha lanciato la sua nuova campagna in cui rinnega l’appartenenza a questo contesto e si posiziona come luogo di relazioni vere.
Ideata internamente dalla Chief Creative Officer Colleen DeCourcy, ex ECD Wieden+Kennedy, e intitolata ‘Less social media. More Snapchat’, la campagna punta molto su un commercial di quasi 2 minuti che parte con uno split screen tra selfie e clip da una parte e commenti che li criticano dall’altra, con un tono che diventa sempre più cattivo, tipo “Più troll e meno compassione”.
Man mano il ritmo cupo aumenta, sempre giocando sulla contrapposizione più/meno, poi sulla soglia dei 60″ c’è come uno schianto, le parti si capovolgono, il ritmo rallenta e diventa allegro (è ‘Fingertips’ di Stevie Wonder), i commenti diventano positivi e lo schermo si riempie di clip e filtri Snapchat.
“A un certo punto la promessa dei social media è cambiata. Tutto ciò che voleva essere, le lacune che doveva colmare, le connessioni che doveva creare, la gioia che doveva portare hanno iniziato a sembrare diverse”, si legge nel comunicato che lancia la campagna in cui Snapchat si propone come alternativa agli altri social, sottolineando che il suo uso principale è scambiare messaggi con gli amici, non scorrere un feed all’infinito.