La protesta di Rai sui dati di TER – Tavolo Editori Radio: “Dati inverosimili, che si riflettono su pianificazione delle campagne pubblicitarie e costo degli spazi, inquinando il mercato”
Primo semestre dell’anno in salute per il mezzo radio che nel periodo tra il 17 gennaio e il 12 giugno registra secondo i dati di TER – Tavolo Editori Radio 36.605.000 ascoltatori medi giornalieri (+8,8%) e 7.335.000 nel quarto d’ora medio (+17,7%), un trend positivo che si associa a una crescita del +4,4% della raccolta pubblicitaria nei primi 5 mesi dell’anno certificata da FCP.
Nella classifica dell’ascolto nel giorno medio che emerge dai dati di Tavolo Editori Radio relativi al primo semestre 2023 la distanza tra Rtl, in testa praticamente da sempre, e Rds si riduce sempre di più.
Per di più Radio Dimensione Suono può contare su una crescita del 14,7% mentre gli ascolti della prima si riducono dell’1,2%.
Come gruppo Rtl (che insieme a Rtl conta anche Radiofreccia e Radio Zeta GM) assomma 8.284.000 milioni di ascolti nel giorno medio e “25 milioni di contatti, sulle tre radiovisioni, sui siti web, sulle radiovisioni digitali e su Rtl Play, il grande portale on demand” come vanta nella nota Lorenzo Suraci, Presidente di Rtl.
Primo gruppo nazionale rimane però Radio Mediaset (Radio 105, Virgin Radio, R101, Radio Monte Carlo, Radio Subasio) con il 23,0% di ascoltatori nel quarto d’ora medio dalle ore 6 alle ore 24 e il 38,3% di ascoltatori nel giorno medio ieri.
Radio Italia perde la terza posizione che aveva guadagnato nel 2° trimestre 2022 ma continua comunque a crescere dell’11,7% rispetto ai primi sei mesi dell’anno scorso. “Radio Italia solomusicaitaliana è allineata al trend di crescita con 5.059.000 ascoltatori nel giorno medio, con 456.000 ascoltatori nel quarto d’ora medio e con 14.714.000 ascoltatori nei 7 giorni che ci auguriamo sia un segnale positivo anche per il futuro. Per quanto ci riguarda, il ritorno a tutte le nostre normali attività prepandemiche, live con pubblico, concerti, possono aver influito positivamente” ha detto Mario Volanti, Editore e Presidente Radio Italia.
Cresce nel giorno medio del +13,7% e del +41,6% nell’AQH anche Radio Deejay, capofila delle emittenti del Gruppo GEDI, che arriva a 5.4 milioni di ascoltatori. Radio Deejay è anche la radio più ascoltata d’Italia nel quarto d’ora medio con 671.000 ascoltatori.
Radio Capital cresce nell’AQH con 141 mila ascoltatori (+11%) mentre cala del 4,8% nel giorno medio. Risultati in crescita anche per M2o che con 168 mila ascoltatori nell’AQH (+21,7%) raggiunge il suo massimo storico e che nel Giorno Medio sfiora 1,7 milioni di ascoltatori (1.682 mila +4,1%).
“Radio intese sempre di più come piattaforme multimediali che, attraverso molteplici canali di distribuzione, riescono a intercettare un pubblico numerosissimo e straordinariamente fedele, che interagisce e partecipa con entusiasmo a tutti gli eventi ideati e organizzati” spiega Linus, Direttore Editoriale Radio GEDI e Direttore Artistico di Radio Deejay e Radio Capital, citando le 190.000 persone presenti al Party Like A Deejay dello scorso giugno, quasi 30.000 partecipanti alle prime tre tappe della Deejay Ten 2023 e l’ascolto e interazioni su digitale, social e podcast, con OnePodcast che ha raggiunto oltre 15 milioni di streaming al mese.
Soddisfatta anche Radio 24 nonostante il lieve calo dell’1,5%, grazie anche alle iniziative speciali: tra queste ben 11 esterne in diretta e quattro giorni del Festival dell’Economia di Trento, che ha incluso dirette in piazza e sei spettacoli live da tutto esaurito.
“I risultati di Radio 24 del primo semestre rappresentano una ulteriore tappa di consolidamento nel giorno medio e una forte crescita nel quarto d’ora – commenta Federico Silvestri, Direttore Generale Media & Business Gruppo 24 Ore – Il successo di Radio 24 passa anche attraverso la trasformazione digitale e le nuove modalità di ascolto con una produzione importante di podcast programmi e soprattutto podcast originali che insieme totalizzano 7.500.000 download al mese, con una media di ascolto di 47 minuti, confermando anche nell’ascolto on demand, la fedeltà e la qualità del prodotto editoriale dell’emittente del Gruppo 24 Ore”.
Ricordiamo che a metà giugno Rai ha ufficializzato la decisione di voler uscire dalla rilevazione TER. Nel mirino la metodologia Cati, le interviste telefoniche, basate sul ricordo, la formulazione del questionario, che può durare più di mezz’ora, le tempistiche di diffusione (oltre sei mesi per conoscere il risultato di un programma) fino all’elaborazione dei dati, che arrivano a produrre improvvisi exploit o cadute repentine. Rai ha inoltre caldeggiato una soluzione come quella indicata da AgCom con il cosiddetto modello “Joint Industry Committees”.
“Oltre due milioni e mezzo di ascoltatori in più in un solo semestre e una crescita per alcune emittenti, nel quarto d’ora medio (il riferimento per le campagne pubblicitarie) anche superiore al 70 per cento. Quale credibilità possono avere dati come questi?” ha commentato il vicedirettore di Radio Rai Flavio Mucciante. “E’ una pagina triste per il mondo della radio, l’arroganza di TER rischia di provocare gravi danni alla credibilità del mezzo e pesanti riflessi negativi sugli equilibri del mercato pubblicitario”.
L’Ansa riporta come Mucciante abbia rimarcato come “tutte le indicazioni di AGCOM sono rimaste lettera morta: dalla governance (che esclude pubblicitari e inserzionisti) alla metodologia (interviste telefoniche basate sul ricordo), fino all’uso di pratiche scorrette, emerso negli ultimi mesi con martellanti campagne per invitare gli ascoltatori a votare la propria emittente”. Una serie di fatti che hanno provocato evidenti distorsioni come l’aumento esponenziale della platea di ascoltatori e soprattutto le oscillazioni nella rilevazione del quarto d’ora, tra il 40 e il 70 per cento in pochi mesi.
“Sono dati inverosimili, che si riflettono su pianificazione delle campagne pubblicitarie e costo degli spazi, inquinando il mercato. Uno scenario con zone d’ombra, che la Rai non può avallare in alcun modo”.
Francesca Bernardi