Luca Oliverio, già head of innovation e partner, assume l’incarico di amministratore delegato affiancando Barbara Arioli, già presidente del cda e fondatrice dell’agenzia insieme ad Aldo Cernuto e Roberto Pizzigoni
Cernuto Pizzigoni & Partners annuncia il rinnovamento della governance, che riguarderà sia gli ambiti operativi che quelli strategici.
A guidare il nuovo percorso sarà Luca Oliverio, head of innovation e partner dell’agenzia, che prende oggi l’incarico di amministratore delegato affiancando Barbara Arioli, già presidente del cda e fondatrice dell’agenzia insieme ad Aldo Cernuto e Roberto Pizzigoni.
«La creatività intesa come pensiero originale – spiega Oliverio – rimane un elemento centrale, ma non più di per sé sufficiente. Oggi è cruciale potenziarne l’efficacia e ramificarne la portata, rendendola ancor più strategica e coerente con le necessità di business dei nostri clienti. Ecco perché introduciamo il concetto di intelligenza creativa al servizio dei brand. Mettiamo così in campo un nuovo metodo, fatto di pensiero multidisciplinare e collettivo reso ancor più solido grazie ai nostri tools proprietari: metodi e processi messi a punto nel corso della nostra decennale esperienza e affinati, anzi affilati, con un nuovo spirito di squadra. Un mix composta da joint-strategy, disruptive thinking, data intelligence e digital transformation».
LE 7 AREE DI COMPETENZA DELL’AGENZIA
«Oggi le competenze dell’agenzia – aggiunge Massimiliano Trepiccione, account director e partner di CP&P – consentono di costruire racconti di marca capaci di vibrare forti e all’unisono con le varie audience e si concretizzano in un’offerta articolata in sette aree. Brand experience: identificazione degli obiettivi di comunicazione del brand e definizione degli asset strategici; strategic creativity: progetti di antifragile advertising omnichannel; digital and data consultancy: assessment e consulenza sugli strumenti di comunicazione, ottimizzare la conversion rate, data analysis ecc.; internal communication: strategie e tecniche di ingaggio tra l’organizzazione e i suoi collaboratori; User Experience: progetti di interazione con artefatti cognitivi; content: strategie di content e di community management; event experience: progettualità strategica e creativa».
«Per chi come noi crede nella consulenza strategica in comunicazione – conclude Barbara Arioli – questo è il momento più interessante, almeno degli ultimi 20 anni: la tecnologia non deve più essere spiegata ma finalmente impiegata; il digital, driver principale di ogni strategia di marca, va centrato su una precisa e intelligente analisi dei dati, favorendo così il futuro delle imprese. Per i brand è il momento di puntare su agenzie che hanno le competenze strategiche per accompagnarle verso una ripartenza che sia fondata su asset e purpose, su valori e funzioni, su efficacia ed efficienza».