La storia della campagna The Moldy Whopper raccontata dal global CMO di Burger King Fernando Machado e dalle sue agenzie partner, emblematica di un modo di lavorare che porta a creatività brillanti e risultati eccellenti
Si può produrre un lavoro di alta qualità e ottenere risultati grandiosi in meno tempo? Secondo la storia della campagna The Moldy Whopper che hanno raccontato Fernando Machado (Global CMO di Burger King), Jorg Riommi (CCO Publicis Central Eastern Europe & Romania), Eduardo Marques (CCO di Publicis Spain) e Pancho Cassis (Partner and Global CCO di David) durante la tavola rotonda coordinata per IF! da Davide Boscacci la risposta è sì.
Certo, dipende da molte cose, prima fra tutte la velocità di un cliente che non si lascia impastoiare dalla burocrazia e sa delegare e orchestrare e dalla capacità di agenzie differenti di collaborare mettendo da parte la sigla di appartenenza in nome dei risultati per il cliente.
Machado non è un enfant terrible, come ha detto lui stesso “se non portassi risultati all’azienda, non sarei durato neppure 8 mesi, altro che 7 anni”, ma forse rappresenta un altro modo di lavorare, un modello per il next normal, in cui la comunicazione “sa muoversi alla stessa velocità del mondo” (© Eduardo Marques).
Un elenco di premi impressionante, ha ricordato Boscacci, ma da cui Machado non si fa impressionare perché, dice, “la cosa più importante per me sono i risultati che la campagna ha prodotto comunicando l’impegno di Burger King nel ridurre i conservanti nel cibo”. Impegno durato 5 anni e che la catena ha cercato più volte di comunicare, sempre facendo un buco nell’acqua. Finché non è arrivata l’idea, più che altro un concetto, presentato prima da David Miami, poi qualche tempo dopo da Ingo Sweden e, più o meno nello stesso lasso di tempo, da Publicis.
“Grande che la campagna abbia avuto tanti premi, ma la cosa veramente grandiosa è che ci abbiano lavorato insieme 3 agenzie, accettando di lavorare su un’idea per migliorarla con il trattamento avendo l’obiettivo di portare risultati al cliente”, ricorda Machado. “Non abbiamo usato l’headline dell’uno o l’immagine dell’altro, ma messo insieme pezzi come Frankenstein”, aggiunge Jorg Riommi.
Che l’idea fosse centrale ha reso più facile la collaborazione per tutti. La velocità e la capacità delegare, invece, sono tutte di Machado, capace di rispondere a un messaggio dopo 5 minuti. “Ci sono clienti così lenti nel processo che ci perdi gli anni”, dice Eduardo Marques e non puoi più permettertelo in tempi come questi, mentre il mondo si muove in modo super-veloce. Velocità per Machado non è però ridurre i tempi, ma tagliare sulla catena di trasmissione, lavorare con persone capaci di prendere decisioni (e responsabilità), delegare per moltiplicare il valore delle cose.
È successo di nuovo solo due settimane fa, con la campagna ‘Order from McDonald’s’ per sostenere tutto un settore in crisi. “Ha fatto tutto Buzzman, io non ci ho messo mano, se non per fare in modo che arrivasse su molti più mercati”.
Spaventato all’idea di come superare tutti i record già segnati?, ha chiesto Boscacci. “Sì, ma anche molto motivato all’idea di confrontarmi con nuove idee: ci sono tantissimi temi della società che possono essere declinati in modo molto creativo, portando e accelerando i risultati della marca”, ha risposto tranquillamente Machado.