Web e maxiaffissioni in città e stazioni supportano gli spot tv e gli annunci su quotidiani nazionali
Un clown che invita con occhi penetranti a riflettere sul significato del dramma degli incidenti stradali è il personaggio-chiave della campagna della Fondazione Ania ideata da Oliviero Toscani, e pianificata in tv e stampa con il supporto di web e maxi affissioni. «Il traffico, come la vita – ha spiegato Toscani – è un grande circo che va in scena ogni giorno. Ogni partecipante ha il suo ruolo, i suoi tempi scenici e il suo obiettivo; bisogna che tutto funzioni al meglio perché si arrivi alla fine dello spettacolo senza intoppi. Anche i clown più esuberanti devono essere professionisti molto seri. L’ idea del clown è nata ripensando al protagonista di un film di Federico Fellini dove il “pupazzo” diceva la famosa frase “è’ piu’ facile far piangere che far ridere”».
“Pensaci” è l’invito della campagna, che vuole indurre ad una riflessione profonda su come determinate condotte di guida possano causare dolori a se stessi e agli altri. «Le strade italiane sono fra le più pericolose d’Europa e gli incidenti stradali nel nostro Paese continuano a rappresentare un’emergenza sociale. Con questa nuova campagna vogliamo far capire che, sulla strada, una guida irresponsabile può avere conseguenze drammatiche» ha sostenuto Aldo Minucci, presidente dell’Ania.
Nello specifico, la pianificazione, che ha preso il via ieri e che proseguirà in due successivi flight previsti per i mesi di gennaio, febbraio e marzo, prevede la presenza sui principali quotidiani nazionali e reti televisive nazionali (Rai, Mediaset, La7 e Sky). Per l’intero periodo la campagna stampa, tv e web sarà affiancata dalla presenza delle immagini sulle maxi affissioni delle più grandi città italiane, sugli impianti delle stazioni ferroviarie e delle aree di servizio autostradali.
Nell’ultimo anno in Italia, a causa degli incidenti stradali, hanno perso la vita ogni giorno 11 persone, in totale 3.860 morti. I feriti sono stati oltre 900mila nell’ultimo anno, 100mila dei quali hanno riportato invalidità permanenti gravi. L’Italia è il primo Paese in Europa per percentuale di morti sulle due ruote, il terzo per i pedoni e i ciclisti.