Simboli, volti, voci, esempi. Un intero numero di Vanity Fair per dire basta a ogni forma di razzismo. «È ora di tornare a “essere umani”» scrive Simone Marchetti, direttore del settimanale di Condé Nast, nell’editoriale che introduce le tante storie dedicate all’inclusione in edicola proprio alla vigilia del 21 marzo, Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale.
«Quello che sta succedendo in Italia e nel mondo negli ultimi mesi è l’esatto opposto» argomenta Marchetti «il razzismo è dilagante ed è grave perché proviene dall’alto, da rappresentanti istituzionali che lo legittimano e lo giustificano. Cosa fare, ci siamo chiesti. La risposta è questo numero di Vanity Fair, un giornale che vuole prendere posizione contro il razzismo». In copertina, a incorniciare i tanti punti di vista presenti nel numero, una portabandiera dei diritti delle minoranze, la tennista afroamericana Serena Williams.
Insieme a Williams, come in un flusso ininterrotto di ragioni, nessi e vicende legate da un filo invisibile, Lupita Nyong’o, attrice già premio Oscar, autrice di “Sulwe”, un libro autobiografico in cui la protagonista, una bambina «vorrebbe poter schiarire la sua carnagione.