Ieri i festeggiamenti per i 30 anni del web. Per sir Tim Berners-Lee serve un’azione globale
Quella al Cern di Ginevra, prima tappa della 30 ore per il web che sir Tim Berners-Lee ha concluso a Lagos, non è stata solo una celebrazione di invenzione e inventore: come ogni anno, nel suo discorso sullo stato di salute del web, Berners-Lee ha insistito sulla necessità di un’azione globale per salvare il web da un futuro disfunzionale in cui si sta avvitando quello che era nato come progetto al tempo stesso scientifico e democratico.
Nella diretta streaming dal Cern, le ragioni dell’inventore del web e la necessità di salvaguardare un web aperto sono state condivise dai rappresentanti di istituzioni come ITU e ONU: le principali disfunzioni su cui intervenire sono molestie e hacking, un modello di business che premia il clickbait, aggressività e polarizzazione di ogni discussione, le azioni da intraprendere coinvolgono le persone, la società, la politica, i governi.
Un po’ la stessa soluzione che Andrew Keen propone in ‘How to Fix the Future’ e che ricorda come tanti progresso siano passati da regolamentazioni e legislazioni, dalla sicurezza alimentare all’obbligo delle cinture in auto. Berners-Lee ha sottolineato come iniziative così ampie chiedano il contributo di tutta la società, che ciò che lo preoccupa di più è la scala finanziaria del web oggi e la voracità di dati personali che la muove, vorrebbe una sorta di ‘Bill of Rights’, per portare online la metà del mondo che non ha ancora accesso e avvisare l’altra metà che il web non è un luogo bellissimo, ma uno spazio di controllo, di istigazione e manipolazione, dove non ci sono ancora abbastanza donne.