Velocità e flessibilità, le vogliono i clienti e la nuova ‘mini holding’ di Sir Martin Sorrell è determinata a dargliele.
Il manager è sbarcato al CES insieme ai nuovi partner sui fronti contenuti e programmatic, rispettivamente MediaMonks e MightyHive, per spiegare la strategia della nuova società che ha l’obiettivo, unendo le competenze delle sigle acquisite, di distribuire media personalizzati su larga scala. E per soddisfare tale desiderio, gli strumenti sono first party data, digital content, programmatic, media planning e buying.
Sorrell ha comunque dichiarato di non voler investire in tecnologie per la pubblicità: “vogliamo rimanere agnostici, non vogliamo posizionarci dove ci sono vulnerabilità, vista la volatilità e i consolidamenti che stanno avvenendo nel settore”.
Sorrell ha ribadito che i clienti vogliono velocità: “The premium is on speed” riporta AdExchanger, “tuttavia anche i clienti dovranno cambiare le loro strutture, non solo fare pressioni alle agenzie perché cambino”.
Il problema non sono infatti le grandi campagne, per quelle ci si organizza, ma la quantità di contenuti always-on da produrre velocemente e a basso costo. “I clienti sono preoccupati della crescente influenza che hanno ceduto alle agenzie e, data l’importanza dei dati nella relazione con i clienti, vogliono recuperare il controllo. Per questo c’è un reale desiderio di sperimentare un modello – l’agenzia interna o dedicata – dove i fornitori di servizi sono flessibili”.
La frammentazione dei grandi network è ormai venuta a noia ai clienti e, aggiunge Pete Kim, ceo di MightyHive, “è nemica della velocità. Abbiamo così visto l’opportunità di unire funzioni di creatività e media come non viene fatto da decenni. Le persone si aspettano rilevanza, devi parlare ad ognuno in un modo unico e il solo modo per farlo è avere miliardi di versioni di creatività diverse disponibili e mixabili in tempo reale”.
Riguardo al duopolio Google-Facebook (con Amazon terzo polo), il vero problema, che i clienti non possono affrontare, è quello dei dati. Il controllo dei dati è il vero campo di battaglia, ha aggiunto Sorrell.