Milano, Torino, Bologna sono le prime 3 città più smart, con Milano che accelera e soppianta Bologna in prima posizione, confrontandosi alla pari con le città metropolitane delle altre regioni industriali europee. Al centro della smartness ci sono anche e soprattutto i dati
Non solo una classifica delle città italiane più ‘intelligenti’: il report presentato ieri da EY ha anche un obiettivo di ‘messa a terra’ con consulenze alle aziende, oltre che alle amministrazioni pubbliche, perché possano vedere i punti di forza e di debolezza e intervenire, progettando anche nuovi servizi: proprio per superare il mero ambito tecnologico e puntare l’obiettivo sui servizi il rapporto biennale, giunto alla 4ta edizione, è stato ribattezzato Polis 4.0.
Le Smart City sono comunque più attrattive e competitive della media delle città italiane e partecipano abbondantemente alla produzione di PIL: lo sviluppo di tecnologie IoT, per esempio, ha già generato un mercato pari a 3,7 miliardi di euro.
L’altra faccia della medaglia, altre volte già evidenziata da EY è la scarsità di competenze e conoscenze in questi ambiti, con il risultato che 1/5 delle figure professionali richieste è difficile da reperire.
Milano, Torino, Bologna sono le prime 3 città più smart, con Milano che accelera e soppianta Bologna in prima posizione, confrontandosi alla pari con le città metropolitane delle altre regioni industriali europee. Torino spicca per diffusione della banda larga fissa e mobile e il trasporto pubblico e si piazza seconda anche grazie alle ottime performance nei servizi eGovernment al cittadino e nella nuova economia. Bologna, pur perdendo il primato, resta la città che meglio ha saputo definire una strategia e una vision strutturate. Il rapporto segnala anche il forte progresso di alcune città del Sud, da Bari a Lecce, da Messina a Reggio Calabria, che hanno fatto veri e propri balzi in avanti, ma il gap Nord / Sud rimane molto ampio.
Generare valore con i dati. Al centro della smartness ci sono anche e soprattutto i dati, vero e proprio ‘motore’ della Smart City, ma l’80% delle 117 città capoluogo prese in esame non ha ancora una visione strategica sui dati, ha sottolineato Andrea D’Acuto, Mediterranean Government and Public Sector Leader di EY. Il fatto è che ancora manca del tutto l’interoperabilità degli open data a livello nazionale, anche se l’entrata in vigore del GDPR è stata un’occasione per rivedere la politica di gestione dei dati rendendoli più facilemente interscambiabili, ha aggiunto D’Acuto, non nascondendo che a bloccare lo sviluppo è anche il timore di dare in mano ai big della tecnologia, da Google a Microsoft a IBM, un valore così grande come quello che si trova nei dati.
SCARICA LA PRESENTAZIONE E I MATERIALI