Secondo la ricerca “Italiani e Social Media” condotta da Blogmeter un terzo degli utenti non distingue i contenuti dalla pubblicità, ritenuta interessante o fastidiosa a seconda delle piattaforme
Un utente su tre non distingue la pubblicità dai contenuti organici sui social network. Pubblicità che viene considerata utile come fonte di stimoli Facebook e Instagram per il 26% e il 33% degli intervistati mentre viene considerata fastidiosa dal 75% su YouTube. E’ quanto emerge dalla ricerca “Italiani e Social Media” condotta da Blogmeter intervistando 1500 residenti, tra i 15 e i 64 anni, in Italia.
DUE TIPOLOGIE DI SOCIAL
Blogmeter ha quindi indagato approfonditamente l’utilizzo dei social media da parte degli intervistati, arrivando ad identificare due tipologie di social: quelli di cittadinanza e quelli funzionali. Ci sono social che usiamo più volte a settimana: questi sono i social di cittadinanza, che contribuiscono a definire le nostre identità di relazione. Tra questi, Facebook si conferma anche per quest’anno il maggiore rappresentante per l’84% degli intervistati.
Altri rilevanti social di cittadinanza sono YouTube e Instagram – che cresce di ben il 6% rispetto all’anno passato (da 40% a 46%). Estremamente rilevante per le relazioni social è WhatsApp, che passa dal 91% al 94% di utilizzo quotidiano: per i consumatori WhatsApp è un social alla pari di altri, e non viene considerato un mero servizio di messaggistica.
Ci sono poi i social funzionali, che utilizziamo saltuariamente poiché soddisfano un need specifico e in questo caso, secondo i risultati della ricerca svolta da Blogmeter, i principali sono Trip Advisor e Facebook Messenger – i quali crescono entrambi del +4%, rispetto alla cifra registrata l’anno scorso.
PERCHE’ SI USANO I SOCIAL NETWORK
Dalla ricerca emerge una polarizzazione: il 42% degli intervistati dichiara di limitarsi a leggere contenuti altrui, il 13% dichiara di scrivere prevalentemente propri post originali, senza particolare attenzione ai post delle altre persone.
Il restante 45% legge, scrive o commenta. Facebook, anche quest’anno si conferma come il social preferito per una pluralità di scopi. Tra le novità spicca la sua preminenza per leggere e condividere recensioni, che lo vede preferito anche a Trip Advisor.
Instagram è il social di riferimento per seguire le celebrity (in crescita rispetto al 2017); YouTube e Pinterest sono utilizzati per trovare nuovi stimoli e idee. Interessante la crescita di menzioni di Facebook Messenger (+7%) come canale per comunicare con le aziende.
E-COMMERCE
Anche nel 2018 l’E-commerce si conferma fortemente correlato all’uso dei social: coloro che acquistano più frequentemente online sono tra i più frequenti utilizzatori dei social network.
Rispetto all’anno passato cresce la quota di utenti che dichiara di acquistare cosmetici e prodotti per la persona (+6%), prodotti per animali domestici (+4%), pasti consegnati a domicilio (+3%) e articoli per bambini (+3%).
Quest’anno Blogmter ha voluto indagare le propensioni per il futuro, da cui è emersa un’evidenza molto interessante: il 50% degli intervistati ritiene che incrementerà i propri acquisti online nell’anno a venire.
I SOCIAL INFLUENCER CONTANO DAVVERO?
Gli intervistati hanno indicato tra le personalità che seguono di più, Chiara Ferragni e Clio Zammatteo, due Social Icon per antonomasia. La terza personalità influencer per citazioni è anche quest’anno Gianni Morandi: un evidente ponte tra le generazioni dei baby-boomer e i giovanissimi.
GENERAZIONE Z
Un focus particolare è stato concentrato sugli intervistati tra i 15 e i 24 anni, un segmento significativo della cosiddetta Generazione Z.
Il 95% degli intervistati appartenenti a questa fascia d’età utilizza WhatsApp tutti i giorni e il 75% lo fa anche con Instagram, con una percentuale di addirittura il 41% in più rispetto alla media. Per il 37% dei giovanissimi, l’adv su social quali Facebook e Instagram risulta utile e il 5% ha ammesso di aver acquistato prodotti perché visti sui profili social di una Social Icon.
I giovanissimi preferiscono comunicare con le aziende utilizzando servizi di messaggistica istantanea, in misura decisamente maggiore rispetto ad altre fasce d’età: un’ennesima riprova del fatto che per loro il digitale è “la” forma di relazione sociale e non “una delle tante forme”.